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Simulazioni

Per diventare simulatori ASAC è necessario seguire un corso di formazione che ha lo scopo di formare una figura tecnica, appartenente ad ASAC, che conosce e mette in atto i segni e sintomi di tutte le patologie simulabili. La figura del simulatore ASAC può essere richiesta per:

 

• Corsi di formazione.

• Seminari, convegni, manifestazioni.

• Esercitazioni con istituzioni e/o Associazioni.

• Gare di primo soccorso.

 

E’ fondamentale, finito il corso simulatori ASAC, avere ben presente che la figura del Simulatore è nata per collaborare e interagire con tutti coloro coinvolti nella simulazione e non per creare difficoltà rischiando di comprometterne l’esito finale del corso/evento.

Il simulatore ha dei fondamentali collaboratori e punti di riferimento che ritrova in ogni evento: il truccatore e l’istruttore di riferimento dello scenario/evento.

Insieme collaborano con:

 

• Gli istruttori, preparando e simulando scenari che prevedono patologie di natura medica o traumatica.

• I coordinatori delle manifestazioni ed esercitazioni, nel caso di simulazioni per la popolazione o

  interforze.

• I giudici nelle gare di primo soccorso.

 

Sempre più chi opera nel campo dell’emergenza si rende conto che occorre possedere, accanto alle indubbie abilità tecniche, le competenze necessarie per comprendere nel modo più lucido possibile la situazione che si presenta e per saper prendere le decisioni più appropriate. Queste operazioni non sono facili come vorremmo immaginare, perché di fronte ad ogni evento che incontriamo siamo portati ad utilizzare due fondamentali meccanismi psicologici: i frames e gli scripts.

Frame in inglese significa cornice, inquadratura e in psicologia indica una sequenza di “eventi tipo” che la persona ha imparato e sulla quale si aspetta che le nuove situazioni si sviluppino. In questo senso i frames condizionano la percezione che la persona ha dell’evento, rispetto a ciò che si aspetta possa accadere: possiamo dire che la consapevolezza sviluppata dalla persona verso la situazione che si trova a vivere è profondamente condizionata dai frames che utilizzerà.

Accanto ai frames agiscono gli scripts, che in ambito psicologico possono essere identificati come i “copioni” che le persone utilizzano di fronte agli eventi. Nel corso della vita le persone elaborano una serie di “copioni” che le aiutano ad orientarsi quando incontrano eventi noti e che si ripetono. Ciò deriva dall’esperienza, ma ancor di più da “significati” che permettono una visione culturale condivisa degli eventi. Se i frames condizionano la percezione, gli scripts hanno una grande influenza sulle reazioni delle persone di fronte all’evento.

Proprio di fronte alle situazioni nuove ed inattese si tende a cercare di farle rientrare all’interno di questi scripts, che permettono di averne una visione più rassicurante perché danno l’impressione di poter controllare ciò che sta accadendo, facendolo rientrare all’interno di schemi conosciuti, come una sorta di prototipo, che si tende a recuperare anche quando si è messi di fronte a situazioni nuove. Evidentemente se possediamo pochi frames e pochi scripts saremo indotti ad interpretare gli eventi in modo sostanzialmente univoco, rischiando di attivare comportamenti stereotipati a fronte del mutare delle situazioni incontrate, e aumentando la possibilità di commettere errori significativi.

 

Una strategia utile per accrescere la propria dotazione di frames e di script è legata all’attivazione di modalità formative che superino il concetto di addestramento, per entrare in quello più evoluto di crescita della consapevolezza del proprio agire.

Maggiore è la consapevolezza e tanto più ampia sarà la possibilità che abbiamo a disposizione di interpretare efficacemente la realtà.

Le strategie formative che maggiormente favoriscono questi processi sono legate all’utilizzo di giochi di ruolo e di simulazioni.

Partecipare ad una simulazione permette a chiunque di provarsi all’interno di una realtà che, per quanto ludica, lo avvicina alle situazioni di impiego reale, diluendo eventuali tensioni e predisponendo le procedure e i comportamenti senza appesantirli di aspetti di ansietà. Questa strategia formativa è tanto più efficace quanto permette di stressare i diversi aspetti dell'emergenza e di attivare il fondamentale processo di apprendimento dagli errori, così trascurato dalla cultura attuale.

Per favorire questo processo è estremamente importante che la realtà simulata o giocata assomigli a quella reale: ecco perché i ruoli del truccatore e del simulatore sono strategici. Non si tratta tanto di rendere più spettacolare la scena, chi lavora in emergenza non sente certo questo bisogno, quanto di permettere ai partecipanti di vivere un’esperienza più vicina possibile alla realtà.

 

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